PERCHÉ SEMPRE DI PIÙ DIPENDIAMO EMOTIVAMENTE DAGLI AMBIENTI DIGITALI?
Digital detox: cos’è e perché ne abbiamo bisogno
2600 circa. Questo è il numero di volte in cui controlliamo il nostro smartphone in un giorno. Per alcuni utenti il numero può arrivare fino a 5400.
Secondo numerosi studi, molti sarebbero attivi sui dispositivi mobile già entro i cinque minuti dopo il risveglio.
Sono i numeri di quella che viene ormai descritta dai neuropsicologi come una vera e propria dipendenza dalla tecnologia e dagli ambienti digitali.
La risposta nelle neuroscienze
Perché una notifica sullo smartphone ci distrae anche se non ne leggiamo il contenuto?
Perché dopo un’intera giornata passata a scrollare le nostre bacheche social, a retwittare e a rispondere ai commenti degli amici ci può sembrare di provare una vera e propria stanchezza fisica? tanto che qualcuno ha paragonato lo stare sui social a un vero e proprio lavoro a tempo pieno.
Però, perché nonostante questo proprio non riusciamo a smettere e ad allontanarci dagli ambienti digitali?
Gli esperti hanno cercato una risposta a queste domande e il risultato, in parte sorprendente, ha a che vedere con la struttura stessa del nostro cervello e con alcuni processi che lo vedono coinvolto.
Come sostengono i neuroscenziati, il nostro cervello ha una predisposizione a fare attenzione agli stimoli in rapido cambiamento.
È un retaggio dell’evoluzione: quando la sopravvivenza dipendeva dalla capacità di difendersi da minacce concrete che venivano dall’ambiente esterno (animali, disastri naturali, ecc.) era essenziale prestare attenzione alle condizioni che cambiavano repentinamente e attivare quanto prima il meccanismo stimolo-risposta.
Le bacheche social si aggiornano minuto dopo minuto e noi non riusciamo a ignorarle,
facciamo indigestione di notizie e informazioni che non riusciremmo a processare adeguatamente.
A questa stessa attivazione del meccanismo stimolo-risposta corrispondono, comunque, diversi cambiamenti fisiologici che preparano l’organismo al “pericolo”: aumenta il battito cardiaco e la sudorazione, si riduce la salivazione, le pupille si dilatano. Non è innaturale, perciò, pensare che questo tipo di risposta da parte del corpo si verifichi anche davanti alle bacheche social.
Uno stato di agitazione, derivato dal continuo confronto della nostra vita in confronto a quelle degli altri.
Anche senza tenere in conto hate speech, fake news e flaming, stare sui social può generare un notevole senso di frustrazione connesso a “sintomi” tutt’altro che virtuali.
La paura di essere “tagliati fuori”
Gli esperti la chiamano FOMO, letteralmente paura di perdersi qualcosa (in inglese fear of missing out) ed è l’impressione che il mondo possa andare avanti senza di noi, che gli altri possano vivere esperienze eccitanti, formative, uniche, mentre siamo disconnessi: per questo non riusciamo a staccarci dai nostri numerosi dispositivi digitali.
Il digital detox
La soluzione c’è però…
Inutile ribadirlo: le nostre scorte d’attenzione sono (molto) limitate e ci sono tantissime cose che oggi se le contendono.
Come una dieta disintossicante dopo gli eccessi delle feste, rimanere disconnessi per un po’ – gli esperti concordano – aiuta a ricaricare le batterie e a riprendere con più energie.
Si tratta di spegnere completamente smartphone, tablet, PC, dispositivi indossabili e di concedersi una pausa dal mondo digitale.
Silenzio mentale per farci venire nuove idee
Annebbiati come siamo dall’overload informativo, troviamo impossibile persino farci venire nuove idee che ci servono sul lavoro o nella vita familiare, figuriamoci avere tempo da dedicare a noi stessi, alle nostre passioni, alle relazioni, al contatto umano. Inutile sottolineare che, perché sia di qualche utilità, si dovrebbe stare lontani dai social un tempo ragionevole, non meno di ventiquattro ore.
Riempire il tempo normalmente dedicato ai social in attività analogiche programmate
Compilare una lista di tutte le belle cose che ci piacerebbe fare, come ad esempio una passeggiata, una visita al museo, leggere quel libro che da tanto tempo ci aspetta sopra il comodino, o anche scrivere, fare qualcosa di manuale come cucinare, disegnare eccetera; ci consente di evitare di ricadere nella trappola dei social network. Riempire il tempo normalmente dedicato ai social è l’unico modo per resistere alla tentazione di riaccendere lo smartphone.
Quasi sicuramente, un minuto dopo aver spento tutti i dispositivi si potrebbe avvertire già un senso di smarrimento e la voglia di tornare immediatamente nel mondo digitale. Ma c’è anche chi sostiene di provare un senso di liberazione che non sentiva da parecchio tempo.
Bisogna pazientare. Passato lo sconvolgimento iniziale, si comincerà a godere della sensazione di essere finalmente disconnessi. E di “ritornare” a quella che era la vita sulla terra nell’era pre-smartphone