LA FESTA DELLA LUCE E DELLA RINASCITA; CANDELORA E LA SUA SIMBOLOGIA
La saggezza popolare ci ha tramandato molti detti e racconti su questa festa dalle origini antiche, celebrata in passato con entusiasmo e passione dalle popolazioni di tutta Europa, oggi viene ricordata per essere la festa della benedizione delle candele, in ricordo della presentazione di Gesù al Tempio
La candelora è un momento di passaggio importante, dal significato profondo che ci accompagna alla scoperta del ciclo delle stagioni, una celebrazione di rinascita e di luce.
Molti sono i piccoli rituali che ancora oggi si compiono nelle culture occidentali legati al tema della prima manifestazione della primavera che presto arriverà, portando con sé prosperità, salute, luce e speranza.
Il primo rituale ovviamente è quello della benedizione e dell’accensione delle candele, solitamente di colore bianco o giallo a simboleggiare la luce che viene celebrata in questi giorni. Nei paesi nordici viene fatta a mano la croce di Brigid dea della luce, secondo alcuni la croce rappresenta la ruota dell’anno.
La candelora è una festa da sempre legata alla purificazione, tema ricorrente nelle diverse tradizioni che hanno celebrato questo giorno sin dall’antichità.
Come detto pocanzi, nella tradizione cristiana, il 2 febbraio si celebra la presentazione di Gesù al Tempio da parte di Maria e Giuseppe. Per queste ragioni, durante il giorno della candelora si celebra la benedizione delle candele, simbolo di Cristo, “luce per illuminare le genti”. In questi giorni dell’anno si celebra l’uscita dall’inverno, simbolo di morte e quindi l’inizio del cammino verso la parte luminosa dell’anno.
In passato, i riti legati alla candelora erano principalmente di natura divinatoria. Non mancavano tuttavia i riti propiziatori, come quelli che ritroviamo in Francia, Belgio e i Paesi-Bassi dove è usanza comune ancora oggi preparare delle crespelle il giorno della candelora, o delle frittelle come è usanza da noi visto che questo periodo combacia anche con il carnevale.
Nell’antica Roma, si celebrava la dea Februa, in onore della quale questo mese si chiama “febbraio”, dal latino februare, “purificare”. Februa, chiamata anche Febris, era la dea della febbre, il fuoco interiore che purifica attraverso una copiosa sudorazione. Torna quindi il principio dell’acqua che porta via ciò che fa ammalare il corpo e lo spirito. Februa era associata alla guarigione e secondo alcuni studiosi anche a Februus, il dio etrusco della morte e della purificazione. In suo onore si organizzavano processione nelle strade della città: la februatio, per invocare la sua protezione, la guarigione dalle malattie e la purificazione della città.
Il tema della purificazione ritorna in virtù del valore transitorio di questo periodo dell’anno: per potersi aprire ad un periodo nuovo occorre lasciarsi alle spalle quello vecchio, è questa la condizione per potersi affacciare alla rinascente primavera che si affaccia all’orizzonte.