Proteggere il cervello evitando lamentele e atteggiamenti negativi
A tutti piace lagnarsi ogni tanto, è un modo come un altro per sfogarci quando qualcuno ci ha trattato male o abbiamo subito un’ingiustizia.
Il lamentarsi inoltre ha anche il ruolo sociale di accomunare le persone, ad esempio quando non si sa come allacciare bottone si può sempre cominciare lamentandosi del tempo, del traffico o del ritardo del treno; è qualcosa che ci unisce in una condizione di mal comune mezzo gaudio.
Il problema è che lagnarsi troppo può essere dannoso. Se qualcuno vi parla di una persona pessimista, non vi viene certo voglia di conoscerla, perché il suo atteggiamento potrebbe influenzarvi buttandovi giù di morale.
Quando invece siamo noi a lamentarci, lo vediamo come un modo per sfogarci o per reagire a qualcosa che ci ha dato fastidio. Purtroppo, invece, ogni lamentela è un pensiero negativo; a noi sembrerà di esserci tolti un peso dallo stomaco, ma in realtà, ciò che avremo fatto, non sarà stato altro che trasferirlo dallo stomaco al cervello… e quando ci lamentiamo, si sa, produciamo cortisolo, che è l’ormone dello stress e che a sua volta danneggia l’ippocampo, (zona altamente sensibile agli stimoli negativi).
L’ippocampo è la zona del cervello che si occupa dei ricordi a lungo termine, è anche una delle poche regioni capace di riprodurre neuroni nuovi. Danneggiare l’ippocampo significa compromettere la nostra capacità di ricordare come accade nel caso dell’Alzheimer.
Robert Sapolsky, professore di neurologia e neuroendocrinologia alla School of Medicine della Stanford University, ha condotto ricerche molto approfondite sull’effetto dello stress sull’ippocampo, dichiarando che, con il passare del tempo, picchi ripetuti di negatività inducono questa parte del cervello a diminuire di volume, producendo un declino delle capacità di immagazzinare informazioni nuove; e questo accade non solo per le lamentele che produciamo noi, ma anche per quelle che sentiamo dire dagli altri.
Ad ogni modo, c’è da considerare anche che le emozioni troppo represse a loro volta causano danni, quindi, si tratterebbe solo di cercare di vedere il bicchiere mezzo pieno ed essere consapevoli dei danni che le emozioni negative portano al nostro cervello, sia quando siamo noi a provocarle, sia quando ci vengono continuamente iniettate da parte degli altri.
Tutti abbiamo bisogno di lagnarci ogni tanto, si tratta solo di cercare di farlo il meno possibile e, anziché scegliere la via della lamentela come sfogo, scegliamo invece le nostre passioni: ciò che ci fa stare veramente bene. Questo sì che sarà un toccasana per il benessere e la vivacità della nostra mente che come risposta metterà in circolo una serie di sostanze biochimiche benefiche per il nostro cervello e per il nostro corpo.