Se volete colpire il vostro interlocutore dovete creare un racconto d’effetto, raggiungere le emozioni e creare un mito.
Al fine di non annoiare il vostro interlocutore è necessario comprendere quale sia la differenza tra un racconto ed una storia.
Una storia può essere un riepilogo di eventi accaduti, invece il racconto deve essere in grado di generare immaginazione visiva in chi vi ascolta.
È necessario focalizzarsi su alcuni punti.
L’uso delle parole, l’uso della tonalità della voce (se si sta parlando in un discorso), l’uso di immagini (se si sta facendo un video), ma in ogni caso fare attenzione in particolar modo ad utilizzare una struttura archetipale, ovvero puntare ad inserire una protagonista, un avversario e una vittoria.
Per questo motivo è necessario affidarsi a qualcuno che sappia creare racconto simbolico.
La differenza tra una semplice storia o reportage, sta nell’essere in grado di catturare l’interesse della persona o del pubblico a cui il racconto è destinato, facendo leva sulle emozioni.
In questo caso la comunicazione attraverso i racconti si chiama storytelling.
Possiamo definire un racconto efficace, quando al suo interno ci sono elementi simbolici ed emozionali ed all’occorrenza immaginari o di supporto.
Una storia o reportage sono caratterizzati e puntano: a fatti, eventi informazioni, cronologia, descrizione logica e tempi. Un racconto invece (sia che caratterizzi dei soggetti principali che possono essere un prodotto, un’ impresa o persone) è ricco di significati, agisce sull’immaginazione e sulla finzione all’occorrenza, stimola le percezioni visive nella corteccia celebrale dell’ascoltatore, crea empatia generando emozioni e utilizza simbolismi.
Ecco che generiamo una grossa differenza tra una semplice storia e un mito.
Lo storytelling è comunicazione che si basa sulle emozioni e cattura il destinatario.
In particolare modo possiamo concludere che lo storytelling generi identità e significato al senso del discorso.
Raccontare storie epiche e coinvolgere le emozioni del soggetto di riferimento è sia un’arte che una scienza.
Entrano in gioco diversi principi, la conoscenza simbolica, la modulazione del discorso (se scritto, parlato o visivo si tengono conto aspetti come la punteggiatura, il tono di voce, i suoni e le immagini) e livello fisiologico tutti gli aspetti che neurologicamente coinvolgano l’aspetto mentale del soggetto.
Comunicazione emotiva, psicologia emotiva e neuroscienze sono discipline che entrano in ballo quando si tratta di raggiungere, con un racconto, uno specifico goal.
letture consigliate:
“Storytelling. La fabbrica delle storie” di Christian Salmon
“Digital Storytelling con Scratch” di Giovanni Mastropaolo
“Storytelling di Impresa” di Andrea Fontana
“Personal storytelling: Costruire narrazioni di Sé efficaci” di Andrea Bettini e Francesco Gavatorta