SAGGEZZA EMOTIVA: CONOSCERE LE PROPRIE EMOZIONI PER VIVERE MEGLIO
La saggezza emotiva può essere sviluppata, non è qualcosa che esiste o non esiste, e tutti noi possiamo allenarla. È formata da dei componenti fondamentali quali: la capacità di percepire le proprie emozioni e quelle degli altri, il che significa avere un’empatia emotiva, capire che emozioni stia vivendo la persona con la quale ci stiamo rapportando.
Cosa facciamo quando un’emozione che consideriamo negativa affiora in noi? Provare rabbia, ira o esasperazione provoca una reazione istintiva che ci spinge a voler controllare ciò che sentiamo.
Spesso ci troviamo sopraffatti dalle emozioni, per un fatto molto semplice: non le conosciamo a sufficienza, ed è proprio per questo che esse prendono il sopravvento su di noi; bisognerebbe imparare ad utilizzarle per pensare in modo fluido, per fare chiarezza dentro di noi, per sviluppare e usare l’immaginazione, per sviluppare nuove idee e nuove soluzioni a problemi straordinari o della vita di tutti i giorni.
Saggezza emotiva è saper ascoltare e osservare con attenzione noi stessi e gli altri; ad esempio, saper osservare il linguaggio paraverbale di chi ci sta davanti è davvero importante, perché ci permette di comprendere in maniera efficace la situazione in cui ci troviamo e poter agire di conseguenza.
Grazie alla saggezza emotiva, potremo gestire al meglio le nostre emozioni, evitando di esplodere in maniera eccessiva in momenti poco adeguati e di sentirci soffocati da tutte quelle sensazioni che pullulano dentro di noi.
Cosa ci dicevano quando eravamo piccoli? Non piangere, non arrabbiarti, non urlare ecc… Oltre a questo, ci hanno inculcato l’idea che gli uomini non devono piangere e che le donne sono troppo sensibili ed emotive. Questo tipo di credenze limitanti, tra le tante, ci fanno reprimere le emozioni che proviamo.
“Sembra così banale, ma nelle relazioni, si deve comunicare.” Peter Krause
Invece è estremamente importante e terapeutico sapere quando lasciar fuoriuscire quello che si prova; ad esempio, non trattenere il pianto se siamo soli a casa, trovare un momento di intimità con noi stessi o con una persona fidata è di vitale importanza per il nostro benessere psicofisico e bisognerebbe concederselo al momento del bisogno. Infatti, reprimere quello che si prova causa quel fenomeno del dover mandar giù, del dover ingoiare le nostre emozioni, spesso con conseguenze psicosomatiche. Più manderete giù, più le emozioni si accumuleranno e, prima o poi, finiranno per fuoriuscire, con un risultato quasi sicuramente disastroso.
Inoltre esprimere le nostre emozioni più profonde nei momenti opportuni ci permetterà di essere più controllati invece i momenti in cui questo non può avvenire si tratta quindi di avere il giusto equilibrio e buon senso nell’esprimere ciò che abbiamo dentro.
i sentimenti repressi si trasformano facilmente in aggressività e/o depressione.
Piangere quando ne sentiamo il bisogno è un atto terapeutico sia a livello psicologico che a livello biochimico per il nostro organismo in quanto nell’atto di piangere il nostro corpo produce delle sostanze calmanti come l’ossitocina e le endorfine che ci faranno sentire immediatamente meglio quando questo sfogo emotivo si sarà compiuto.
“Le persone competenti sul piano emozionale – quelle che sanno controllare i propri sentimenti, leggere quelli degli altri e trattarli efficacemente – si trovano avvantaggiate in tutti i campi della vita, sia nelle relazioni intime che nel cogliere le regole implicite che portano al successo politico”.
– Daniel Goleman –