SUONARE: LA CHIAVE D’ACCESSO AL POTENZIAMENTO COGNITIVO ED EMOTIVO
Sarebbe un bene, se l’approccio alla formazione musicale avvenisse già in tenera età… Se poi si riesce anche a imparare a suonare uno strumento, anche solo a livello amatoriale, si potrà godere non solo del piacere di fare e ascoltare musica, ma anche di contrastare in futuro un possibile calo delle capacità cognitive…
I neuroscienziati sono riusciti a dimostrare che, per suonare uno strumento si devono attivare diversi processi neuronali contemporaneamente: percettivo, cognitivo, motorio ed esecutivo. Suonare coinvolge moltissime aree cerebrali allo stesso tempo, specialmente la corteccia visiva, uditiva e motoria.
Secondo lo scienziato cognitivo Steven Pinker e altri studiosi, le abilità musicali vengono prese in prestito da varie aree del cervello, non esiste infatti un “luogo” cerebrale specifico per la musica, ma varie aree vengono coinvolte in questo processo.
Inoltre, si è scoperto che suonare uno strumento aumenta il volume e l’attività del corpo calloso, (area di comunicazione tra emisfero destro e sinistro) questo permetterebbe di risolvere i problemi in modo più efficace e creativo.
Stando ai recenti studi, sviluppare capacità musicali migliora anche la memoria, non a caso i musicisti hanno capacità mnemoniche più elevate: archiviano e recuperano i ricordi in maniera più veloce ed efficace. Se possibile, spiegano ancora i ricercatori, sarebbe bene iniziare la formazione musicale prima dei nove anni di età e poi continuare almeno per dieci anni: questo per ottenere il massimo dei benefici.
Il neurologo di Harvard Gottfried Schlaugh scoprì che il cervello dei musicisti professionisti conteneva un volume di materia grigia percentualmente superiore a quello delle persone che non studiavano musica. Inoltre, lo studio della 4° Arte apporterebbe cambiamenti strutturali e miglioramenti cognitivi.
Forse, l’amore per la musica non era solo una semplice distrazione per Einstein… Suonare era un modo diverso per continuare a lavorare… Dopo alcune ore di studio, infatti, egli cominciava a usare il violino e nel mentre gli venivano in testa nuove idee.
Se poi si fa o si continua a fare musica dopo i 60 anni si continua a godere degli effetti benefici e a contrastare il declino cognitivo.
Insomma, non è mai troppo tardi per imparare a suonare e sfruttarne i benefici, l’insegnamento della musica sembra avere un impatto positivo a qualsiasi età.